Uno degli aspetti che più amo dei viaggi in treno o in auto (da passeggera) è la bellezza del veder scorrere davanti agli occhi le abitazioni, provando a immaginare – da una luce accesa, un profilo, o un altro elemento messo in evidenza – come sono realmente quelle case, chi ci abita, quale atmosfera richiamano. In quel particolare viaggio che è la lettura, riscopro la stessa confortevole sensazione nel “perdermi” nelle illustrazioni che rappresentano le dimore. Sarà forse un’eredita del tempo trascorso a gustare le immagini delle calde e accoglienti tane degli animaletti di Boscodirovo, con tutti quei barattoli di conserve, gli attrezzi, le mensole… Sarà la convinzione che le stanze e gli oggetti – con la loro disposizione – raccontano moltissimo dei loro proprietari. Il fatto è che sfogliando per la prima volta Le case degli animali di Marianne Dubuc – edito da Orecchio Acerbo -ho avvertito subito piacevoli e familiari sensazioni.
La storia è semplice e sobria, adatta ai lettori più piccoli. Il testo, infatti, prepara e suggerisce ciò che andremo a scoprire grazie alle minuziose figure, le quali rivestono un ampio e denso ruolo narrativo. Un lunedì mattina, Topo Postino inizia il suo giro di consegne nelle diverse case degli animali. Ciascuno aspetta una lettera o un pacco e il topo ha il suo bel daffare per raggiungere tutti! Ma… di chi sarà l’ultimo pacco da consegnare?!! Lo scopriremo giunti all’ultima casa alla quale bussare!
Con un tocco gentile e non privo di deliziosa ironia, Marianne Dubuc coglie gli animali nelle loro diverse caratteristiche, raffigurando le loro tane con minuziosa ed elegante premura, rendendole così vivaci e palpitanti. Ad ogni sguardo, si coglie un nuovo particolare che regala spessore e personalità alle case e ai loro simpatici abitanti. C’è la lunghissima buca del serpente che attraversa più pagine, la casa “acquatica” dei coccodrilli, il piccione viaggiatore che si documenta fra mappe e cartine, il drago che offre le migliori salsicce arrostite, i pipistrelli che, naturalmente, di giorno dormono. Sott’acqua, sulla scrivania del polpo non manca un bel calamaio con l’inchiostro nero nero; nella casa del lupo, che si sta limando le unghie affilate, tre porcellini travestiti da ladri stanno portando via di sottecchi alcune pecorelle; sul tetto dell’igloo a più piani dove vivono i pinguini, il cannone spara ininterrottamente la neve, mentre nel pollaio la gallina insegna l’aritmetica ai pulcini attraverso la conta delle uova…
Marianne Dubuc, già nota in Italia come autrice dell’incantevole Il leone e l’uccellino (sul quale vi consiglio l’accurata recensione di Milkbook), è una giovane artista del Québec. Le sue opere sono caratterizzate da poche, cesellate parole (nell’edizione italiana la traduzione è a cura di Paolo Cesari) che fanno da contrappunto a illustrazioni originali ed espressive, piene di garbo, velate da un’ironia gentile. Vi consiglio di visitare il suo blog e, naturalmente, il suo sito!
Concludo invitandovi a soffermarvi su alcuni particolari che descrivono meglio delle mie parole lo stile dell’autrice: la casa della gazza ladra (con tanto di manifesto “wanted!” affisso al tronco dell’albero!)…
… e quella, “portatile” della tartaruga, la quale indossa i pattini per sfatare la sua proverbiale lentezza!
Un albo illustrato delizioso che non mancherà di affascinare i lettori più curiosi di tutte le età!
Qui la scheda del libro sul sito di Orecchio Acerbo.
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