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"Io dico per te luna, io dico per te sole, Io chiamo per te il mondo con le mie poche parole…" (Bruno Tognolini)


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Le grandi domande del piccolo Inuit

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Oggi vi parlo di un albo scritto e illustrato da due autori italiani e pubblicato in Francia, in cui mi sono imbattuta mentre svolgevo delle ricerche riguardanti le storie sul freddo, la neve, l’inverno. Starete pensando che non dimostro molto tempismo, dal momento che da qualche giorno ha avuto inizio la tanto attesa primavera. Vi sarete aspettati, piuttosto, un albo illustrato pieno di alberi in fiore e prati verdi, riscaldati dal rinnovato tepore del sole! Il fatto è che quando un libro mi piace, ho una gran voglia di parlarne, presto, senza attendere troppo; inoltre, i post “stagionali” non sono mai stati il mio forte. In determinati periodi dell’anno e in occasione di alcune ricorrenze, lascio di buon grado la voce e lo spazio a chi ha avuto la pazienza di raccogliere i titoli più adatti a “celebrare” quei momenti.

La giovane e indipendente casa editrice Sarbacane (è nata nel 2003), specializzata in libri per bambini e ragazzi “al tempo stesso esigenti e alla portata di tutti” ha risposto gentilmente alla mia richiesta di conoscere meglio quest’opera (edita nel 2012) che a tutt’oggi non è stata tradotta in italiano. I nomi di Davide Calì e Maurizio A.Quarello, in copertina, mi avevano naturalmente incuriosita e la mia passione per le ambientazioni nordiche e le storie attinenti ad altre culture ha aggiunto il resto.

Petit Inuit et le deux questions  è una fiaba incantata, sospesa nel tempo, ispirata alle leggende sciamaniche che tanto hanno influenzato le antiche tradizioni Inuit. E’ la storia di un bambino che desidera sopra ogni cosa diventare un grande cacciatore (ricordo che il popolo degli Inuit vive prevalentemente di pesca e di caccia). Il suo sogno è così grande da renderlo impaziente: non può, non vuole aspettare di diventare grande per sapere se si avvererà. L’altra forte curiosità del bambino, la seconda domanda, riguarda cosa si trova oltre il lago ghiacciato. Un luogo lontano e misterioso al quale non si è mai avvicinato.

Che fare? Il piccolo Inuit, in compagnia del suo fedele cane, decide di rivolgersi agli animali che incontra, sperando che essi sappiano dare una risposta alle sue due grandi domande. Invece, nessuno di loro può aiutarlo in questo. Tuttavia, ciascun animale ha una dote, un dono che permette di conoscere delle cose nascoste: così ad ogni incontro, al bambino vengono svelati dei particolari che gettano una luce sul suo futuro.

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Finalmente la balena gli suggerisce di recarsi sull’isola che si trova proprio nel mezzo del grande lago ghiacciato, dove abita “colei che tutto sa“. Di chi si tratta? Chi può conoscere il tempo e leggere il futuro? Cosa troverà il piccolo Inuit sull’isola?
Il grande mammifero si offre di accompagnarlo. Qui il tono mitologico del racconto si fa ancora più denso e anche spaventoso: l’isola dove sono diretti è niente meno che l’Isola della Morte.

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Ad attendere il piccoli Inuit, però, non si trova nulla di veramente terrificante, bensì una maestosa e saggia alce bianca.

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Il sapiente animale saprà insegnare al bambino come guardare con fiducia al proprio futuro: e così, nelle ultime pagine, sarà svelato il significato profondo della storia…

Al tono da fiaba “classica” della storia contribuiscono intensamente le suggestive illustrazioni, vivide nelle naturali tonalità fredde. Se conoscete un po’ la lingua francese, apprezzerete sicuramente il racconto che si dipana seguendo uno schema semplice e chiaro (ad ogni pagina un incontro e, quindi, un dialogo fra bambino ed animale), con uno stile che si rifà alla tradizionale narrativa orale.

Rivolto ai bambini dai 4 anni in su, Petit Inuit et le deux questions può rappresentare una buona opportunità, anche per i giovani lettori della scuola primaria, per conoscere i costumi del popolo Inuit attraverso lo strumento affascinante e immediato della fiaba. Pertanto, speriamo di vederlo presto anche in lingua italiana!