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"Io dico per te luna, io dico per te sole, Io chiamo per te il mondo con le mie poche parole…" (Bruno Tognolini)

La zattera, o dell’immaginazione

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Dopo  La piscina, splendido silent book di cui vi ho parlato qui, ecco un nuovo gioiello del catalogo Orecchio Acerbo che appare nelle librerie proprio oggi, 18 giugno. Si tratta de La zattera, albo pubblicato in Francia lo scorso marzo (il titolo originale è Le Bateau de fortune, edito dalla giovane casa editrice indipendente Sarbacane).  I protagonisti sono animali antropomorfi, elemento che trasporta la narrazione nell’atmosfera incantata della favola; al tempo stesso, l’ambientazione è vivida, quasi palpabile grazie alla plasticità e densità delle illustrazioni. L’alchimia tra sogno e realtà, fra parole e immagini attrae il lettore e lo porta a immergersi nella vicenda sulla scorta dei propri ricordi (ah, le splendide giornate trascorse al mare, a giocare coi piccoli tesori naturali!).

E’ arrivata l’estate e l’orso Michao accompagna i suoi due piccoli amici a giocare sulla spiaggia. Una volta giunti a destinazione, però, i tre scoprono che il bagagliaio dell’automobile è vuoto, perché tutto è stato incautamente dimenticato a casa. Niente palette e secchielli, né asciugamani, né pallone. Che fare? La gita, in un primo momento, sembra rovinata. Non sarà la magia a risollevare il morale, bensì qualcosa di più potente…

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Il piccolo volpacchiotto interpreta l’io narrante della storia: di lui non conosciamo il nome, proprio perché ciascun lettore possa immedesimarsi nel racconto. Il bel testo, conciso e pregnante, compare ai margini delle pagine riccamente illustrate. Le parole danno il la, lasciando all’immaginazione e all’intensità delle figure tutto lo spazio per sconfinare.

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Le illustrazioni di Stéphane Poulin, artista originario del Québec, meritano di essere assaporate lentamente. Esse rivelano uno stile intenso, onirico, ricco, connotato da un uso sapiente della luce. Sono così vivide, luminose e “melodiose” da rendere percettibili le sensazioni di una giornata in riva al mare: il vento fra i capelli, la sabbia bagnata, l’odore salmastro, il richiamo dei gabbiani.

L’autore del testo originale, il francese Olivier de Solminihac, noto per l’opera Le peuple doudou, ha affermato che “non c’è niente di più triste di un bambino che non sogni”. La traduzione di Paolo Cesari restituisce pienamente la volontà sensibile e attenta di stimolare i bambini a non perdere la loro caratteristica intrinseca: la fantasia. Quale strumento migliore di un libro e, per di più, di un libro illustrato magnificamente?!

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La storia fa riflettere su qualcosa che gli adulti – genitori, educatori, insegnanti – sono soliti affermare, cioè che i bambini, se non hanno a disposizione una guida o degli strumenti, “non sanno giocare”. Eppure siamo proprio noi che, il più delle volte, li circondiamo di oggetti, giochi strutturati e istruzioni, piantando con solerzia robusti paletti attorno alla loro capacità di immaginazione. Il gioco libero, fatto con materiali poveri, spesso “recuperati” in giro, è più ricco e coinvolgente grazie al contributo personale: spirito, intelligenza, abilità manuale.

Michao risponde allo sconsolato “non so che fare” del piccolo volpacchiotto annoiato stimolandone l’intraprendenza, il pensiero creativo, la curiosità. Mostra come costruire la zattera, utilizzando il materiale recuperato sulla spiaggia, offrendo così un’esperienza di collaborazione, un lavoro di squadra.  Quando la zattera è finalmente pronta e viene vista allontanarsi sull’acqua, alla domanda  “dove va?“, Michao risponde “bisogna immaginare“. In queste poche parole, così sobrie ed evocative, è racchiuso tutto il profondo rispetto per la forza immaginifica dei bambini. E’ questa la vera magia.

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A livello personale il libro mi ha colpita, perché descrive con grazia e allegria molte delle giornate trascorse con mia figlia a giocare con legnetti, sassolini e conchiglie. Infatti, la piccola lettrice di casa, molto legata alla libertà che la spiaggia le regala ad ogni stagione (abitiamo a pochi passi dal mare), è rimasta affascinata dalle figure e dal racconto. La zattera è una storia piacevolissima, delicata, leggera, con un finale aperto e stimolante. Leggendola, ci ritroviamo sulla riva, coi piedi nell’acqua, i capelli al vento, la mente altrove… a immaginare.

Olivier de Solminihac, Stéphane Poulin
La Zattera
Trad. di Paolo Cesari
Orecchio Acerbo Editore, 2015

In libreria dal 18 giugno 2015; qui la scheda del libro sul sito di Orecchio Acerbo.

 

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