leggo per te

"Io dico per te luna, io dico per te sole, Io chiamo per te il mondo con le mie poche parole…" (Bruno Tognolini)


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L’amicizia è… una cioccolata calda per l’anima

Ci sono storie che arrivano al momento giusto. Ad esempio, capitano fra le mani in quei lunghi giorni d’inverno, freddi e tersi, in cui le albe e i tramonti hanno colori indescrivibili. Giorni e notti in cui si sta così bene al calduccio, sotto le coperte, con un buon libro. Magari, c’è anche un’influenza stagionale da sopportare: si sa, le belle letture aiutano a farla passare prima…

Questa è una storia che arriva dal Nord, dove il gelo è una cosa molto seria. E del Nord ha il sapore e lo stile: sobria eleganza, atmosfere “lindgreniane” che pullulano di bambini vispi e creativi, nitore poetico.

Questa è la storia di Stìna. Siete infreddoliti, un po’ raffeddati, annoiati? Sedetevi, prendete una tazza di cioccolata (se avrete pazienza, Stìna vi svelerà la sua ricetta speciale, la migliore che abbiate mai assaggiato) e assaporatela insieme a me.

 

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Per ingannare il freddo, che proprio non riesce a sopportare, Stìna le inventa tutte. Muffole scaldatazza, berretti scaldateiera, frigorifero doubleface. Inganna il tempo lavorando a maglia (anche senza ferri… alla fine del libro scoprirete come si fa!) e preparando leccornie (un’ottima scusa per tenere il forno sempre acceso!).
All’inizio, quasi non si accorge dei bambini che giocano fuori. Poi, li scorge dalla finestra. Ma come faranno a resistere?!!

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Nel frattempo, i giorni si fanno sempre più gelidi e scuri. Di uscire no, non se ne parla…

 

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… sino al momento in cui qualcuno non bussa alla porta.

 

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I due ragazzini portano davvero “una ventata di novità” nella casa e nella vita di Stìna. Lei non se ne rende subito conto, ma fra canti, giochi e chiacchiere…

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… forse c’è “qualcosa” in grado di scaldarci veramente, nel profondo di noi stessi.
E Stìna comincia a pensare.
E a cambiare.

Non vale la pena sprangare la porta di fronte all’Amicizia. Alla vita che ci aspetta, fuori.

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Le lezioni antifreddo di Stìna è l’opera con cui Lani Yamamoto, scrittrice americana-islandese ha esordito nel panorama della letteratura per ragazzi. Grazie a questo libro è  stata nominata per il Premio del Consiglio Nordico per la letteratura infantile, nel 2014.

Le tavolozze dominanti sono quelle, appunto, dei colori freddi. Tutto, dal carattere del testo alle linee che tratteggiano le figure, emana una garbata frugalità. Nella loro moderna essenzialità, le illustrazioni richiamano un sentore più antico, come la Pippi di Ingrid Vang Nyman che prepara le frittelle per Tommy e Annika in Villa Villacolle, o i simpatici visini dei bambini-folletto di Elsa Beskow. Ne deriva un tratto personalissimo, che attinge dalla tradizione nordica, avvolgendola con un gusto contemporaneo e frizzante. Il calore dell’amicizia, il significato profondo della trasformazione di Stìna che impara a superare le proprie paure, qui non conoscono alcuna declinazione sentimentalistica. La conquista della ragazzina sta tutta lì, in quell’immagine in chiusura, quando la vediamo in mezzo alla neve, dolcemente infantile e furbetta al tempo stesso, mentre cerca di prendere i fiocchi con la lingua.

La storia di Stìna, pubblicata in lingua originale per i tipi di Crymogea, casa editrice di Reykjavik, è giunta in Italia – tradotta da Sara Ragusa – grazie a Terre di Mezzo Editore, una casa che da anni si distingue per l’originalità e la varietà del suo catalogo. Visitando il sito, potete anche sfogliare le prime pagine del libro.

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PS
Per gli amanti della cioccolata calda: se proverete la ricetta di Stìna, che potrete trovare alla fine del libro, fatemi poi sapere cosa ne pensate 😉


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La città che sussurrò

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Durante la Seconda Guerra Mondiale, gli abitanti di Gilleleje, un villaggio danese di pescatori occupato – come il resto del paese – dai nazisti, nascose alcuni ebrei in fuga verso la Svezia, rimasta neutrale. In una buia notte senza luna, per guidare i fuggiaschi verso il porto e, quindi, verso la salvezza, gli abitanti sussurrarono dalle soglie delle loro case la giusta direzione da seguire. La città che sussurrò, vincitore del Premio Andersen 2015 per la categoria “Miglior Libro 6/9 anni”, prende ispirazione da questa storia di coraggio e generosità.

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La Giuntina
è una casa editrice che mi è particolarmente cara. Nacque nel 1980 dando alle stampe La notte, la toccante testimonianza di Elie Wiesel sulla propria deportazione ad Auschwitz. Attraverso un catalogo di raro pregio, La Giuntina prende le mosse dalla cultura ebraica, con le sue mille sfaccettature, per trattare temi universali. Ciò che mi ha colpito de La città che sussurrò, oltre alla delicatezza e profondità della vicenda narrata, è lo sguardo sull’umanità e sulla quotidianità dei personaggi che animano il libro. Si tratta, infatti, di persone – adulti e bambini – che scelgono il bene senza eroismi, né gesti plateali, ma si sforzano di attuarlo giorno per giorno, condividendo quello che possiedono. Mi hanno fatto ricordare la leggenda dei 36 giusti che, secondo il Talmud, ad ogni generazione salvano il mondo. Gli abitanti di Gilleleje, con gesti davvero semplici – il dono di una pagnotta, o di un libro, o… di un sussurro, appunto – ci mostrano come la solidarietà si costruisca attraverso tanti piccoli contributi e che ciascuno, se lo vuole, può fare la sua parte.

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Jennifer Elvgren, l’autrice del testo, ha iniziato la sua carriera come giornalista e, dopo la nascita dei suoi figli, ha iniziato a scrivere anche per i bambini. Fabio Santomauro è un giovane illustratore italiano che, fra l’altro, ha generosamente prestato la sua opera per realizzare alcuni pannelli decorativi presso il reparto di Oncologia Pediatrica del Gemelli. Per conoscerlo meglio, vi rimando alla bella intervista pubblicata sul blog dell’Associazione Leggere Insieme… Ancora! Il suo è uno stile fresco e dinamico che richiama quello tipico delle graphic novel e restituisce – con pochi tratti e una ben misurata cura dei dettagli – l’emotività dei personaggi, ma sempre in maniera garbata. Nonostante la complessità del tema trattato, parole e immagini dialogono fra loro con equilibrio, senza accenti drammatici, e suggeriscono determinazione, sensibilità, fiducia.

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La famiglia di Anett nasconde nella propria cantina Carl e la sua mamma. I due bambini stringono amicizia e condividono i libri preferiti (e mi piace che in una storia come questa si sottolinei anche il potere salvifico dei libri!). Quando Anett si reca a fare la spesa o in biblioteca, le basta accennare a bassa voce della presenza di “nuovi amici” in casa per ricevere dei doni per loro. Non appena giunge la notizia di una retata nazista ormai prossima, il villaggio si appresta a consentire agli ebrei di mettersi in salvo, raggiungendo il porto. Purtroppo la notte è nuvolosa e buia, pertanto è molto difficile non sbagliare strada… E’ proprio Anett a trovare uno stratagemma: la gente avrebbe dovuto restare accanto alle porte delle proprie case e, al passaggio della famiglia in fuga, sussurrare la direzione giusta. E così fu.

Un testo particolarmente adatto, grazie al suo equilibrio, per affrontare il tema della Shoah nelle scuole.

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Qui il booktrailer del libro e qui la scheda sul sito de La Giuntina.


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Emozioni di carta e non solo

Il Premio Andersen a Genova è sempre un appuntamento speciale, un misto fra piacevole consuetudine e sorpresa per gli occhi e per il cuore.

La sera del venerdì abbiamo iniziato con lo spettacolo di Live painting di Alessandro Sanna (l’Autore che è stato il tema della mia tesi di laurea) al teatro Altrove.  Sabato, alla premiazione, mi sono emozionata grazie ai protagonisti e alle storie di Radio Magica e del Centro Culturale Cascina Grande, alla simpatia delle libraie di Cuccumeo di Firenze, alle parole di Gianna Vitali, la moglie di Roberto Denti, la quale ha chiesto a tutti noi di ricordare il marito con allegria.

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Poi, tanti tanti bei libri!

Oggi invece, su Le Nuove Mamme, troverete un libro che ha vinto il Premio Nati per Leggere 2014: Crictor, il serpente buono, del talentuoso Tomi Ungerer. Stupende davvero le illustrazioni, di una eleganza squisita. Buone letture a tutti!


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Premio Andersen

Una canzone da orsi” di Benjamin Chaud ha vinto il Premio Andersen per la categoria 0-6. Ne ho parlato qui la scorsa settimana!
Anche “Fiume Lento“, capolavoro di Alessandro Sanna, si  aggiudicato il premio. Abbiamo dedicato un post a quest’opera raffinata e incantevole lo scorso inverno: potete rileggerlo qui.

Sabato 24 maggio ci sarà la premiazione al Museo Luzzati e non vedo l’ora di andarci!


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Aspettando il Premio Andersen e non solo…

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Aspettando il Premio Andersen, ci tuffiamo in storie nuove, scoprendo lo stile e la maestria di artisti illustratori. Nella foto, “La Prima volta che sono nata” di Vincent Cuvellier e Charles Dutertre, “La vita segreta dell’orto” di Gerda Muller e “Una canzone da orsi” di Benjamin Chaud sono tra i  finalisti per il noto riconoscimento dedicato al mondo delle letteratura per l’infanzia. “Crictor” di Tomi Ungerer ha vinto il Premio Nati per Leggere, mentre “L’innaffiatoio” di Erika Cunja è una piccola scoperta fatta per caso, una storia dai toni sognanti sulla creatività.

Ironia e tenerezza; tratti moderni, essenziali, e altri dal gusto più rétro, minuziosi ed eleganti. Gli ingredienti ci sono tutti per leggere insieme, grandi e piccini, e ritagliarsi momenti destinati a imprimersi nella memoria.

 


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Storie di orsi

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Da tempo desideravo questo albo illustrato da Quentin Blake, La casa invernale dell’orso. Ora che lo posso sfogliare… non ne sono rimasta affatto delusa! Le coloratissime immagini sono allegre, dinamiche, ma anche delicate. Le tinte autunnali – le mie preferite – sono calde, vivide… incantevoli.

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La storia di John Yeoman è semplice (la semplicità, intesa come chiarezza e sobrietà, è una grande qualità) e spiritosa. L’orso si costruisce una comoda tana per l’inverno, ma i suoi amici “poco previdenti” lo prendono in giro. Sino a quando non arriva il freddo e…
Grazie a Camelozampa per averlo pubblicato insieme a Il picnic acquatico dell’orso.

Su Orso ha una storia da raccontare, edito da Babalibri (casa editrice sinonimo di qualità), avrete forse già letto la bella recensione di mammamogliedonna, un’altra mamma appassionata lettrice!

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In questo albo troviamo i delicati acquarelli di Erin E. Stead (il testo è di Philip C. Stead). Questa coppia di sposi-artisti è già nota per Il raffreddore di Amos Perbacco. Le illustrazioni creano un’atmosfera così rasserenante e la figura dell’orso è talmente affabile che è impossibile non innamorarsene! Anche qui siamo alle porte dell’inverno e l’orso, prima di andare in letargo, vorrebbe raccontare una storia ai suoi amici…

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I quali però sono tutti alle prese con gli ultimi preparativi prima dell’arrivo della stagione fredda (oppure sono già rintanati al calduccio, come la talpa!). Notare la bellezza di questa illustrazione verticale. Mi piacciono i libri che non si sfogliano solo per un verso, i libri da rigirare fra le mani, con parole e immagini che vanno oltre i “soliti” confini. Anche l’impaginazione contribuisce a creare il movimento e la profondità… e non è affatto banale far notare questi dettagli ai piccoli lettori (i quali sono ottimi osservatori).

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Orso e i suoi amici si ritroveranno l’anno successivo, sotto al cielo stellato della primavera, pronti ad ascoltare il racconto… ma sul più bello…
Questo è un album ciclico dove, cioè, la fine si ricongiunge all’inizio. Piacerà molto ai bambini che cominciano a ragionare sul tempo, le stagioni, l’attesa. Perfetto da leggere in questi giorni di Avvento!

Quando ho pubblicato la foto delle “storie di orsi” sulla nostra pagina Facebook, l’amica Miss Meletta ci ha ricordato un altro albo con protagonista un orso (anzi, due): Sogni d’oro piccolo orso, edito da un’altra casa editrice che è bene “frequentare” spesso: la Nord-Sud Edizioni!

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Piccolo Orso vuole diventare indipendente… e Grande Orso sa che è giusto assecondare questo suo desiderio…

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Del resto, qualsiasi cosa succeda, Grande Orso ci sarà sempre per lui… non molto lontano da lì…

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Una storia tenera per cuccioli (e genitori!) che si trovano a vivere una stagione di cambiamenti, magari il primo vero “distacco”.

Ho lasciato per ultimo l’albo unanimamente considerato un capolavoro: A caccia dell’orso di Michael Rosen, illustrato da un’artista di grande maestria: Helen Oxembury. Questo libro è costruito in maniera impeccabile.

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Una famiglia parte per una grande avventura. Ogni “capitolo” di questo viaggio è scandito da un canto, una filastrocca che si ripete.

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La “preparazione” è sempre in bianco e nero, come se si volesse rendere “neutra” l’attesa, creando suspence per quello che sta per accadere.

Infatti, sorpresa e stupore ci aspettano nella pagina successiva…

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La mamma, il papà e i bambini si tuffano nel vivo della ricerca. Allora è tutta un’eplosione di colori, ma anche di suoni onomatopeici! Uno spasso da leggere ad alta voce: il divertimento dei bimbi è assicurato! Il ritmo è incalzante, il ritornello che si ripete si presta ad essere cantato con il coinvolgimento di tutto il corpo…
Sino a quando non ci si imbatte per davvero nell’orso… e allora… bisogna correre al riparo!

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Se si resta insieme, aiutandosi a vicenda, nulla è troppo difficile. La storia è una meravigliosa metafora della vita. Un racconto ideale per trasmettere il calore che solo una famiglia può dare e per far sentire ciascun membro importante.

Sono tutti libri che consigliamo di cuore! Buone letture e buon divertimento!!


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Letture piccole per grandi sogni

Negli ultimi tempi Pulcetta (diciotto mesi) ha dimostrato un interessente crescente per i libri. Inizia a manifestare i suoi gusti e a chiedere la (ri)lettura dei preferiti. I suoi tempi di attenzione sono sensibilmente aumentati e vi sono ormai almeno due momenti della giornata dedicati alla lettura condivisa, mentre lei stessa, di tanto in tanto, va a prendere un libro per sfogliarlo.
Così anch’io mi sono lanciata a sperimentare nuove letture e nuovi stili per cogliere le sue reazioni.

Ad esempio, lei si è innamorata a prima vista di Tutto di Emma Dodd.

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Complici gli inserti dorati e le illustrazioni grandi e chiare, questo delizioso albo ha scalato velocemente la classifica. Mamma Koala racconta al suo cucciolo quali sono le cose di lui che più le piacciono, per dimostrargli, infine, il suo amore… un amore tutto intero, indivisibile e smisurato. E’ veramente una lettura tenerissima, fatta – ammettiamolo! – per far commuovere un pochino le mamme.

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Poi ho deciso di fare un tuffo nel passato e sono andata a cercare Altan

Prima con Vola uccellino! La collana dei Libri di Kika è appositamente studiata per i piccolissimi e, nonostante siano passati trentanni, conserva un fascino intatto. Libri piccoli e maneggevoli, con un testo conciso e chiaro che precede le immagini coloratissime, facilmente riconoscibili, ben definite e dai contorni netti. In questo modo l’attenzione del bambino non è sviata da eccessivi particolari, ma si concentra sulla figura e sul suono (e la forma) delle parole che gli vengono lette. Testo e illustrazioni facilitano la comprensione della narrazione:

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e introducono i primi rapporti di causa-effetto:

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… perché semplicità non significa banalità, ma chiarezza di pensiero:

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Si parla di Altan, poteva forse mancare la Pimpa?! In questa collana dell’editore Panini (gli “Imparalibri”) la simpatica cucciolotta a pois aiuta il bambino a sviluppare il proprio linguaggio. Anche qui ritroviamo illustrazioni molto semplici e colorate e una chiara corrispondenza fra parole e figure:

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Il testo è sempre strettamente collegato alle azioni quotidiane di cui il bambino fa diretta esperienza:

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Per concludere, una nuova incursione nei libri “coi buchi” della Coccinella, con Il gufo e gli altri. I “buchi” sono molto importanti in questa fase della crescita, perché permettono al piccolo lettore di sperimentare il tatto, la spazialità, il mutamento, la creatività. Sono albi da manipolare e da “giocare” e ogni volta offrono un punto di vista differente.

I grandi occhi del gufo vanno via via rimpicciolendo…

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e diventano quelli dei cavallucci marini, oppure i piccoli, ma acuti occhi delle aquile…

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Mentre, accanto alle immagini,  si dipana un racconto in rime sulla vita degli animali.

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Se posso fare un appunto a questo bel cartonato, devo dire che in certi punti ho trovato il testo non proprio facilissimo per i piccoli lettori in erba. L’attenzione è quindi catturata soprattutto dalle raffigurazioni e dal gioco dei buchi concentrici.

Alla prossima lettura!


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Libri per giocare

Oggi vi presentiamo due libri molto, molto speciali per leggere e giocare! Il ranocchio salterino, coloratissimo cartonato edito da Gallucci, è uno dei librini che abbiamo acquistato durante le vacanze in montagna. Io lo so! E tu? è un bel prodotto di Clavis (lo trovate qui, sul sito della Castello Editore), casa che ha realizzato una serie per i più piccoli (dai 6 ai 30 mesi) contrassegnata da un “trenino” (i vagoncini indicano l’età consigliata).

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Ci hanno conquistate da subito perché, oltre ad essere robusti e allegri, sono arricchiti da inserti con meccanismo a scorrimento che permettono di giocare, suscitando sorpresa nel bambino (età consigliata: 1/2 anni)

Ecco Il ranocchio salterino:

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Dove si sarà nascosto?! Vediamo un po’…

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Cucù! Qui il ranocchio non c’è, ma abbiamo trovato dei simpatici pesciolini!

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Vediamo invece cosa succede se proviamo a seguire la nostra amica ape…

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L’uovo pian piano si schiude…

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Ed ecco il pulcino!

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Sono due libri che consiglio, dal momento che permettono una lettura coinvolgente e rispondono ai bisogni dei bambini che amano il gioco dell’apparire/scomparire! Naturalmente gli inserti devono essere aperti con l’aiuto di mamma o papà perché richiedono un minimo di “forza”. I testi sono semplici, i colori pieni e accesi; chi legge può arricchire la storia con suoni e i versi degli animali protagonisti.
Buon divertimento!


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OH- OH!

“E infatti noi non riconosciamo la nostra vera condizione se non quando ci troviamo in uno stato peggiore, né valutiamo ciò che abbiamo se non quando ci manca”.

Inizia con questa citazione di Daniel Defoe (sì, è proprio lui: Robinson Crusoe) il libro di Chris Haughton, vincitore del Premio Andersen per la categoria 0-6. Una storia dedicata “a mamma e papà”, i primi “avventurosi esempi” di un bambino che impara a scoprire il mondo.

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Il titolo originale è “A Bit Lost” (così come il nome del carattere tipografico utilizzato, uno stampatello minuscolo dallo stile decisamente “contemporaneo”). Pagine dallo sfondo bianco si alternano ad altre in cui prevalgono tinte acide e pastose, senza sfumature. I disegni sono essenziali, dai tratti quasi “ritagliati” – come nelle creazioni dei più piccoli! – e declinano in modo originale una storia molto semplice (ma non per questo banale). Il dolce gufetto caduto dal nido viene soccorso da un simpatico e volenteroso scoiattolo che, facendogli delle domande e cercando d’interpretare le sue risposte, lo aiuta a ritrovare la mamma.

I dialoghi fra il gufetto sperduto e lo scoiattolo sono un ottimo spunto per far giocare un piccolo lettore: e tu come descriveresti la tua mamma?!!

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La penultima tavola – in cui mamma gufo, il gufetto, lo scoiattolo e la ranocchia sorseggiano un buon té in cima all’albero – è un tripudio di colori crepuscolari (arancio, rosso, viola) che emanano calore e pace. A me ricorda molto l’Africa, coi suoi grandi silenzi costellati dai suoni della natura. La trovo splendida.

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