Ci sono storie che arrivano al momento giusto. Ad esempio, capitano fra le mani in quei lunghi giorni d’inverno, freddi e tersi, in cui le albe e i tramonti hanno colori indescrivibili. Giorni e notti in cui si sta così bene al calduccio, sotto le coperte, con un buon libro. Magari, c’è anche un’influenza stagionale da sopportare: si sa, le belle letture aiutano a farla passare prima…
Questa è una storia che arriva dal Nord, dove il gelo è una cosa molto seria. E del Nord ha il sapore e lo stile: sobria eleganza, atmosfere “lindgreniane” che pullulano di bambini vispi e creativi, nitore poetico.
Questa è la storia di Stìna. Siete infreddoliti, un po’ raffeddati, annoiati? Sedetevi, prendete una tazza di cioccolata (se avrete pazienza, Stìna vi svelerà la sua ricetta speciale, la migliore che abbiate mai assaggiato) e assaporatela insieme a me.
Per ingannare il freddo, che proprio non riesce a sopportare, Stìna le inventa tutte. Muffole scaldatazza, berretti scaldateiera, frigorifero doubleface. Inganna il tempo lavorando a maglia (anche senza ferri… alla fine del libro scoprirete come si fa!) e preparando leccornie (un’ottima scusa per tenere il forno sempre acceso!).
All’inizio, quasi non si accorge dei bambini che giocano fuori. Poi, li scorge dalla finestra. Ma come faranno a resistere?!!
Nel frattempo, i giorni si fanno sempre più gelidi e scuri. Di uscire no, non se ne parla…
… sino al momento in cui qualcuno non bussa alla porta.
I due ragazzini portano davvero “una ventata di novità” nella casa e nella vita di Stìna. Lei non se ne rende subito conto, ma fra canti, giochi e chiacchiere…
… forse c’è “qualcosa” in grado di scaldarci veramente, nel profondo di noi stessi.
E Stìna comincia a pensare.
E a cambiare.
Non vale la pena sprangare la porta di fronte all’Amicizia. Alla vita che ci aspetta, fuori.
Le lezioni antifreddo di Stìna è l’opera con cui Lani Yamamoto, scrittrice americana-islandese ha esordito nel panorama della letteratura per ragazzi. Grazie a questo libro è stata nominata per il Premio del Consiglio Nordico per la letteratura infantile, nel 2014.
Le tavolozze dominanti sono quelle, appunto, dei colori freddi. Tutto, dal carattere del testo alle linee che tratteggiano le figure, emana una garbata frugalità. Nella loro moderna essenzialità, le illustrazioni richiamano un sentore più antico, come la Pippi di Ingrid Vang Nyman che prepara le frittelle per Tommy e Annika in Villa Villacolle, o i simpatici visini dei bambini-folletto di Elsa Beskow. Ne deriva un tratto personalissimo, che attinge dalla tradizione nordica, avvolgendola con un gusto contemporaneo e frizzante. Il calore dell’amicizia, il significato profondo della trasformazione di Stìna che impara a superare le proprie paure, qui non conoscono alcuna declinazione sentimentalistica. La conquista della ragazzina sta tutta lì, in quell’immagine in chiusura, quando la vediamo in mezzo alla neve, dolcemente infantile e furbetta al tempo stesso, mentre cerca di prendere i fiocchi con la lingua.
La storia di Stìna, pubblicata in lingua originale per i tipi di Crymogea, casa editrice di Reykjavik, è giunta in Italia – tradotta da Sara Ragusa – grazie a Terre di Mezzo Editore, una casa che da anni si distingue per l’originalità e la varietà del suo catalogo. Visitando il sito, potete anche sfogliare le prime pagine del libro.
PS
Per gli amanti della cioccolata calda: se proverete la ricetta di Stìna, che potrete trovare alla fine del libro, fatemi poi sapere cosa ne pensate 😉